[FESTIVAL-FEFF22] REVIEW – CRAZY ROMANCE

TITOLO ORIGINALE: 가장 보통의 연애

REGISTA: Kim Han-Gyul

CAST: Gong Hyo-Jin, Kim Rae-Won

VOTO: 8.5/10

TRAMA: Sun-Young (Gong Hyo-Jin) ha di recente iniziato a lavorare nell’agenzia pubblicitaria in cui lavora Jae-Hoon (Kim Rae-Won), i due hanno una vita sentimentale esattamente speculare. Jae-Hoon è stato abbandonato all’altare mentre Sun-Young non riesce a trovare un uomo di cui fidarsi. I due, tra un bicchiere di soju e l’altro, iniziano ad avvicinarsi sempre di più.

RECENSIONE:

Se dovessimo parlare di un film femminista in questo ventiduesimo Far East Film Festival sicuramente “Crazy Romance” sarebbe uno di questi. Questa pellicola indaga in maniera dissacrante ed estremamente realista le relazioni sentimentali e il mondo dei pregiudizi in una società che a fatica cerca di modernizzarsi.

Jae-Hoon è un uomo di 34 anni con alle spalle una relazione dolorosa dalla quale non è ancora uscito, beve tutte le sere e si ritrova a chiamare la sua ex fidanzata nel cuore della notte. Sun-Young al contrario è una donna molto dura, non crede nelle relazioni sentimentali e quando chiude un rapporto non ha nessun rimpianto e nessun rimorso, come direbbe il saggio Max Pezzali, perché di base non ha alcuna fiducia nei suoi partner. Ed è proprio da qui che inizia la vera narrazione, attraverso l’occhio della telecamera entriamo nelle vite dei due protagonisti che per una volta, a differenza della maggior parte delle commedie romantiche, sono proprio come noi. Incasinati ma non in maniera ‘cool’, con una vita senza prospettive, come accade a molti di noi della Generazione Y, quelli che a trent’anni hanno un lavoro (non sempre stabile) e difficilmente hanno relazioni stabili o sono sposati. Ma se lavorativamente i nostri due protagonisti non possono lamentarsi a livello sentimentale sono un vero disastro.

La relazione amorosa tra i due non ha nulla di nuovo, quello che cambia è il punto di vista. In diverse commedie romantiche infatti il protagonista è quasi sempre l’uomo mentre qui la vera regina della scena è Sun-Young con il suo cinismo e il suo carattere forte riesce ad affrontare anche i pettegolezzi nel migliore dei modi. Una società basata sull’apparenza che cerca sempre di far buon viso a cattivo gioco sta stretta ad una persona che vive la sua vita senza remore, ma che in sé nasconde la sofferenza del non riuscire ad aprirsi veramente con nessuno. Nel corso del film vediamo due evoluzioni nette dei due protagonisti; Sun-Young che a piccoli passi, senza neanche accorgersene, riesce ad aprirsi completamente a Jae-Hoon mentre Jae-Hoon ormai alla soglia dell’alcolismo riesce a rimettersi in piedi e decide di cambiare per sé stesso. Senza rendersene conto i due si spronano a cambiare e crescere prima per loro stessi e poi per gli altri, ed è solo in quel momento che potranno dedicarsi ad un’altra persona.

I colleghi dei due protagonisti sono un cumulo di difetti, dalla pettegola, all’invidiosa fino ad arrivare all’eterno Peter Pan che ha una relazione con una ragazza di 12 anni più piccola, tutti questi soggetti fingono di avere una vita stabile e migliore degli altri e sono sempre pronti a giudicare chi sta loro vicino quando in realtà nessuno di è meglio degli altro.

Il messaggio fondamentale del film è uno “uomini e donne sono uguali”, questa frase viene ripetuta in mille situazioni diverse, sia a livello lavorativo che nelle relazioni, nessuno può giudicare l’altro perché siamo tutti uguali ed è qui che si mette in risalto un altro punto fondamentale che inizialmente passa in sordina ma che scopriamo solo sul finale ed è “non fare agli altri quello che non vorresti venga fatto a te”.

Il film è un riuscitissimo spaccato di vita vera che attraverso battute esplicite e dissacranti racconta come la società coreana (ma in realtà anche la nostra) sia indietro anni luce e lo fa con l’occhio cinico di chi non ha nulla di cui vergognarsi, di chi vive la vita così come vuole senza nascondersi dietro lo spauracchio confuciano dei preconcetti.

La traduzione letterale del titolo del film è “The Most Common Date” e credo sia la descrizione perfetta di questo film, non c’è nulla di straordinario nella relazione dei due protagonisti ma è proprio la loro dissacrante normalità a rendere questo film una piccola perla tra le commedie romantiche degli ultimi anni.

Il film è totalmente trainato dalla bravura di Gong Hyo Jin che riesce a tirare le fila della narrazione perfettamente, la forza di questa attrice è da anni sempre la stessa: ogni personaggio diventa suo al 100%, potrebbe interpretare qualsiasi personaggio ed entrare nei suoi panni alla perfezione risultando naturale sempre. Una vera fuori classe del piccolo e grande schermo da ormai 20 anni.