LA CORTE SUPREMA COREANA HA DICHIARATO “ANTICOSTITUZIONALE” LA LEGGE ANTIABORTISTA

Sessantasei anni e sentirli tutti, la legge che vietava le donne di abortire era entrata in vigore nel 1953, finalmente si può palare di una vera e propria decisione storica.

La Corte costituzionale ha stabilito che la legge anti-aborto è “incostituzionale”. Questa sentenza è una pietra miliare in un paese in cui i gruppi di lobbisti protestanti esercitano un’influenza politica significativa.

The Korean Times©

La corte ha affermato che vietare alle donne di abortire un feto nella “fase iniziale della gravidanza” è una “restrizione eccessiva” del diritto all’autodeterminazione di una donna, tuttavia la Corte ha deciso di non abolire immediatamente la legge e ha chiesto all’Assemblea Nazionale di emendarla entro il 31 dicembre 2020. Ciò significa che la legge anti-aborto rimarrà valida fino ad allora. La definizione di “fase iniziale” sarà determinata dai legislatori.

Per poter rivedere la legge sarebbero stati necessari i due terzi dei membri della corte costituzionale composta da nove giudici.
Tra i nove membri, tre giudici hanno stabilito che la legge era “contraria alla costituzione”, quattro l’hanno definita “incostituzionale”, mentre solo due membri si sono visti favorevoli alla legge attuale, definendola addirittura “costituzionale”.

Il caso è stato presentato alla Corte costituzionale nel febbraio 2017 da un medico dell’EG-GYN che è stato accusato di aver fatto abortire alcune donne nel 2013.

Il dottore è stato accusato secondo l’articolo 270 del codice penale, che stabilisce che un medico deve essere arrestato, rischiando pena massima di due anni per il reato, se pratica l’aborto.
In Corea gli aborti sono vietati in tutte le fasi della gravidanza, tranne nei casi di stupro e incesto, in quest’ultimo caso sono concessi solo per l’alta probabilità di difetti alla nascita o rischi significativi per la salute della donna.

Il medico accusato ha asserito che tale legge viola la libertà di scelta della donna, abortire un feto è, infatti punibile con una pena detentiva fino ad un anno o con una multa di 2 milioni di won (€ 1.553) ai sensi della legge sulla “salute della madre e del bambino”.

Il divieto di abortire, salvo alcune eccezioni specificate, costringe le donne a continuare le gravidanze e partorire, limitando il loro diritto di scelta“, ha detto il giudice Seo Ki-seok. “Le eccezioni delineate dalla ‘legge sulla salute della madre e del bambino’ non tengono conto delle diverse ed estese ragioni socioeconomiche dietro l’aborto, come il suo effetto sulla carriera accademica o lavorativa di una donna, e problemi finanziari come un reddito insufficiente o risorse per crescere un bambino“.

Nonostante in Corea da anni stiano lottando per far fronte a un basso tasso di natalità, il più basso tra le nazioni dell’OCSE, la Corte Costituzionale ha dato ragione al libertà di scelta delle donne.

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    Articolo di: Veronica Croce

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