SK TELECOM SFIDA NETFLIX

SK Telecom, colosso delle telecomunicazioni, ha deciso di collaborare con le tre emittenti principali coreane (KBS, MBC e SBS) per lanciare un nuovo servizio online di contenuti video nel tentativo di sfidare la popolarità di colossi stranieri come Netflix ed Amazon in Corea.

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Da sinistra:
Choi Seung-ho Presidente MBC, Yang Seung-dong Presidente KBS, Park Jung-ho Presidente SK Telecom Park Jung-ho e Park Jeong-hoon Presidente SBS.

Giovedì, SK Telecom e le emittenti KBS, MBC e SBS hanno firmato un accordo per combinare i loro attuali di servizi media e lanciare un servizio nuovo e migliorato entro la prima metà di quest’anno. Il servizio prende il nome di “Over The Top (OTT)” e si riferisce a contenuti che vengono consegnati direttamente agli utenti su Internet senza passare attraverso intermediari come la televisione, in soldoni sfideranno i vari “Originali Netflix” e “Originali Amazon” con drama e show finanziati direttamente solo per la nuova piattaforma.

Le quattro società istituiranno inoltre una joint venture che combina le operazioni OTT di ciascuna parte. Il CEO e presidente di SK Telecom Park Jung-ho ha dichiarato che la società ha messo a disposizione un investimento di 200 miliardi di won (156.342,37 milioni di euro) per la nuova azienda.

L’affiliata della SK Telecom, SK Broadband, attualmente gestisce la piattaforma online Oksusu (tra i darama prodotti anche “I Picked up a Star on the Road” con Sung Hoon), una piattaforma televisiva e cinematografica che ha iniziato il suo lavoro nel 2016, mentre le tre emittenti hanno di recente lanciato Pooq (tra i drama recenti “Number 6” con protagonista Lee Minhyuk dei BTOB), una joint venture in cui sia MBC che SBS detengono il 40%, mentre KBS detiene il 20%.

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La peculiarità di Pooq che non vede a rischio la nuova avventura con SK Telecom è la disponibilità di vedere oltre 70 canali sono disponibili su Pooq, comprese le serie drammatiche degli anni ’90 e dei primi anni 2000 (tra i titoli più famosi anche classici come Full House e Coffee Prince).

Si prevede che tutte e quattro le società beneficeranno della partnership. Pooq ha già stabilito legami con le aziende del sud-est asiatico, avendo partner a Viu di Hong Kong, iflix in Malesia e iQiyi in Cina.

La partnership è vista come uno sforzo da parte delle compagnie nazionali per respingere la crescente concorrenza straniera, in particolare quella proposta da Netflix.

Durante la firma, l’amministratore delegato di SK Telecom ha dichiarato che spera poter allargare il servizio nel sud-est asiatico già entro giugno.

L’accordo è super succulento per le tre reti nazionali, i tre canali TV, infatti, avranno accesso alle risorse finanziarie di SK Telecom, che possono essere investite nella produzione di contenuti originali. Considerati i dati d’ascolto dell’ultimo biennio le tre reti hanno bisogno di nuovi investimenti per produzioni che possono sfidare non solo Netflix ma anche le reti via cavo (TvN e JTBC) che negli ultimi anni hanno rubato a loro i primati d’ascolto.

Oksusu vede 9,46 milioni di utenti registrati mentre Pooq ne ha 3,7 milioni. Si stima che Netflix abbia circa 900.000 account registrati in Corea, mostrando quanto il colosso dello streaming sia ancora molto indietro rispetto alle società locali.

Queste cifre, comunque, raccontano solo metà della storia, infatti nonostante Oksusu sia il servizio OTT numero 1 in Corea nel numero di account, il numero di utenti attivi mensili è stimato solo per due terzi degli utenti registrati, il resto degli utenti provengono dai servizi OTT di operatori mobili che però hanno aperto a loro volta piattaforme simili per contrastare la concorrenza con SK Telecom.

Quello che però allarma è che pochissimi dei originali prodotti dai fornitori di servizi OTT coreani hanno avuto successo.

Netflix, d’altra parte, ha visto un’enorme crescita, non sono nel numero di iscritti ma anche a livello di ‘ascolti’, nei tre anni in cui è stata operativa in Corea.

Gli esperti ritengono che il budget dei contenuti spieghi in gran parte le differenze di crescita.

Si stima che Netflix abbia speso circa 8 miliardi di dollari nella produzione di contenuti e nelle licenze lo scorso anno. Oksusu ha speso solo circa 10 miliardi di won (circa sette milioni di dollari) nell’investimento sui contenuti. Una goccia nel mare rispetto a quello speso da Netflix.

Attraverso questa partnership, i fornitori di servizi OTT coreani possono rafforzare la competitività dei loro contenuti, che è stato il loro punto più debole“, ha affermato Jung Ji-soo, analista della compagnia d’investimenti Meritz Securities. “L’obiettivo [delle aziende] di diventare Netflix coreano contribuirà anche a stimolare l’ecosistema dei media domestici“.

Per noi occidentali, invece, Netflix rimane una fonte inesauribile di gioie cinematografiche e televisive da tutto il mondo, ma vi confesso che se ci si potesse abbonare anche qui a una piattaforma che fornisce contenuti vecchie e nuovi della tv coreana (sottotitolati ovviamente) sarei la prima ad iscrivermi.

Fonte: koreajoongangdaily

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    Articolo di: Veronica Croce

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