[RECENSIONE] "THE CONCUBINE" + INTERVISTA AL REGISTA

TITOLO ORIGINALE: 후궁: 제왕의 첩
REGIA: Kim Daesung
CAST: Jo Yeo-JeongKim Dong-WookKim Min-Jun

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TRAMA: “Schiacciata dalla povertà, non riuscendo ad andare avanti, la giovane Hwa-yeon decide di offrirsi come una delle concubine del re. Una volta dentro il palazzo reale, la donna conquista subito le attenzioni bramose di due uomini: il principe Seong-won, un governante megalomane ubriaco di potere e lussuria, e il giovane Kwon-yoo, che ha tutto da perdere se il suo desiderio nei confronti di Hwa-yeon viene scoperto. Questo triangolo si intreccia a un intrigo politico che denuncia il palazzo reale come un luogo infernale di passioni e ossessioni che mettono in pericolo la vita dei protagonisti.” – mymovies

VOTO: 7

COMMENTO CRITICO:

Il desiderio della carne che si scontra con la fame di potere e di controllo.
Hwa Yeon giovane concubina diventa moglie del re e gli da un figlio, ma non tutto è come sembra; vediamo infatti che prima di diventare la regina, la ragazza ha tentato di fuggire con Kwon Yoo, un uomo semplice, che poteva donarle solo amore, ed è qui che incontriamo la prima e l’unica scena di sesso con sentimento, perché da qui incontreremo altre, numerose, scene di sesso ma solo ed esclusivamente legate alla lotta di potere.
In questo film non c’è molto spazio per sentimenti teneri e per rapporti di coppia fini a loro stessi, ogni personaggio è avido e desidera fortemente qualcosa, quello che traspare da questa storia è che la lotta per il potere non fa altro che logorare non solo i diretti interessati ma anche chi gli sta intorno, creando solo sofferenze.

Vere protagoniste di questo film sono le donne, che mostrano una personalità forte, avida e insensibile davanti a chiunque persino ai propri figli; dietro al re e al fratello che prenderà il suo posto dopo la sua morte (il quale sarà il vero protagonista maschile del film), infatti, c’è la regina madre, una donna dura, forte, avida di potere che non teme di usare ogni mezzo per raggiungere il suo scopo.

Non voglio svelare molto perché questo film è una continua sorpresa, fino alla scena finale.

Devo ammettere che non mi ha entusiasmata forse perché si perde molto e lascia scivolare via il tempo senza dare peso su alcuni argomenti.
Ma se la trama non brilla la fotografia è un vero capolavoro.
Credo di aver visto pochi film che riescono a conquistarti molto più per le sensazioni visive che per la trama, questo è sicuramente uno di questi, quello che perde in ritmo narrativo guadagna in forza delle immagini, fino ad arrivare ad un piccolo capolavoro a fine pellicola che non posso svelarvi per non rovinarvi la sorpresa.


*chiedo scusa per la mancanza di sottotitoli*

INTERVISTA A KIM DAESUNG:

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Torniamo al Florence Korea Film Fest e torniamo allo speciale interviste, durante il festival questo film è stato presentato nella retrospettiva sul cinema erotico; questa decisione inizialmente rese Kim Daesung scettico, ma dopo aver visto gli altri film in programma si convinse.

– Il suo film è stato inserito nella sezione K-Eros, ma quali sono gli altri aspetti di questo film?

 

Gli aspetti erotici in realtà sono in aggiunta ad un’accusa più grande; volevo raccontare, infatti, una storia antica per poter rappresentare il presente della società coreana, mostrando che non c’è molta differenza dal passato.

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– Perché ha voluto raccontare queste dinamiche di potere?

Dopo la guerra ci fu l’inizio dell’influenza capitalistica; mostrando numerosi cambiamenti soprattutto dal 1997 in poi si è vista una progressiva perdita di valori, è per questo che ho deciso di usare il genere erotico, come espediente per raccontare questi cambiamenti.

– Perché il genere erotico in occidente si è smesso di far film erotici, mentre in oriente il genere è ancora in voga?

Credo che anche se in diminuzione, questo genere non morirà mai, ci sarà sempre qualcuno che vorrà parlare di queste cose per parlare della differenza sociale. In questo periodo in occidente non si sente il bisogno di fare molti film di genere, ma continuano a esserci.

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– Questo film critica molto la società politica; ha sfiducia nella politica?

Il ruolo della politica dovrebbe essere un ruolo per il popolo, ma si trasforma sempre in un grande desiderio di potere

– Ha visto una forte censura per il suo film?

In realtà, ultimamente, la censura è molto più tenue rispetto al passato.

– Le vere protagoniste di questo film sono le donne. Quanto è importante il ruolo della donna nella società moderna?

Il ruolo della donna è cambiato molto negli ultimi anni, anche in Corea abbiamo un presidente donna. Io credo che con le donne al potere si voglia un mondo più bello non un mondo dove le donne lavorano di più.

Florence Korean Film Fest

– Perché in occidente i film in costume hanno ancora successo?

In realtà non è del tutto vero, quando girai Blood Rain sia il film in costume che quello thriller erano un po’ in crisi, ma nonostante ciò unendoli abbiamo avuto un buon riscontro di pubblico e critica.

– Qual’è il suo approccio con i film in costume?

Attraverso il mondo antico si può mostrare l’ingordigia di soldi e potere che c’è ancora oggi.

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photo by: FedePi© for MugunghwaDream©

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    Articolo di: Veronica Croce

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5 pensieri su “[RECENSIONE] "THE CONCUBINE" + INTERVISTA AL REGISTA

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